Anche Brescia dice “no” a Patrick Zaki. Dopo i numerosi appuntamenti fra tv e non solo già saltati, come ad esempio l’intervista a Che tempo che fa e la presentazione del suo libro all’Arsenale della pace di Torino, anche la nostra città ha deciso di non ospitare Zaki.
L’ex studente dell’Università di Bologna doveva essere il testimonial dell’edizione 2023 del Festival della pace di novembre, ma è finito nell’occhio del ciclone per una sua dichiarazione in merito al conflitto in medioriente in cui ha definito il premier israeliano un “serial killer”.
“È divisivo – ha detto Laura Castelletti secondo l’agenzia Ansa – Le sue parole su Israele non rappresentano il messaggio che la città vuol trasmettere”.
Nella serata di giovedì, con una lunga nota, i consiglieri comunali di centrodestra avevano chiesto a gran voce la revoca del Premio Brescia per la pace di cui Zaki era stato insignito lo scorso anno.
“Siamo fermamente convinti che la promozione della pace debba basarsi su valori di tolleranza, comprensione reciproca e solidarietà – scrive il centrodestra, che in proposito ha depositato un ordine del giorno – e che le dichiarazioni contrarie a tali principi non possano essere premiate in un contesto dedicato alla pace”.