“È vero che mia figlia non tornerà più, è vero che niente me la ridarà. Ma voglio andare a fondo, perché devono spiegarci come sono andate le cose e, se qualcuno ha sbagliato, deve pagare». Le parole sono della mamma di Veronica, Debora Poli ad una giornalista del Corriere della Sera.
Al Pronto soccorso ce l’aveva portata un suo compagno di studi, lunedì alle 15.30. «Durante la lezione — racconta la mamma al Corriere — ha detto a un suo amico che non si sentiva bene. Lui si è offerto di accompagnarla a casa, ma mentre era in macchina è salita la febbre. Aveva caldo. Gli Spedali Civili erano vicini, l’amico le ha proposto di fermarsi per farsi visitare». Così hanno fatto.
I genitori erano arrivati in ospedale poco dopo. Erano riusciti a vederla, bypassando le indicazioni contare dei medici. La mamma ricorda che stava male, vomitava e le faceva male il collo.
Ai genitori i medici avevano detto che andava tutto bene e probabilmente si trattava di una gastroenterite acuta, anche se, la mamma ricorda la sua perplessità per il “dolore al collo”.
Alle 22 i genitori avevano lasciato l’ospedale. Mamma Debora racconta che sembrava stesse un po’ meglio rispetto al pomeriggio ma i medici avevano deciso di tenerla in osservazione per la notte. Poi alle 3.30 il telefono ha squillato, il quadro clinico era degenerato e quando sono tornati in ospedale Veronica era in terapia intensiva, intubata. Era tutta scura – racconta la mamma. I medici le avevano detto che era a causa di una grave infezione. Ma poco dopo l’arresto cardiaco. Trasportata in rianimazione, alle 6.45 hanno informato i genitori del decesso.
Ora i genitori si sono affidati ad un avvocato. Vogliono sapere con chiarezza come sono andate le cose