La metalmeccanica è uno di quei settori storicamente vitali per il tessuto industriale bresciano ed è positivo sapere che il primo trimestre 2022 è stato – nonostante tutto – un periodo in cui la prduzione si è confermata in crescita. È però la marginalità a risentirne pesantemente visti gli aumenti dei costi.
Secondo uno studio di Confindustria Brescia infatti, sembra che almeno per il momento la guerra in Ucraina non abbia impattato sulla metalmeccanica del territorio in termini di produzione. Anzi si è registrata una crescita del 12.3% per il comparto meccanico rispetto a un anno fa e un +8.4% per la metallurgia. rispetto all’ultimo trimestre 2021 i tassi sono rispettivamente del +3.4% e +4.3%.
Evoluzione positiva sì, che però nasconde alcune problematiche come la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e dei semilavorati utilizzati nei processi produttivi. Un cambiamento radicale rispetto ad esempio al terzo trimestre 2020 quando tale problema non era indicato da nessuna azienda meccanica e solamente dal 6% di quelle metallurgiche.
Il tutto si evolve in un poderoso aumento dei costi che da metà 2020 a oggi ha raggiunto il 112% in più per la meccanica e 85% per la metallurgia. Di fronte a tali dinamiche, le aziende hanno risposto con incrementi dei prezzi di vendita pari rispettivamente al 17% e al 63%.