30 persone e 6 mezzi per rendere più sicuro il Lago di Garda nella stagione turistica. Sono questi in estrema sintesi i numeri dell’Operazione Lago Sicuro 2022, ma da soli non rendono l’idea di un piano in grado di monitorare il Benaco tutti i giorni 24 ore su 24.
I 30 militari della Guardia Costiera impiegati sono tutti abilitati al salvamento nuoto. 18 opereranno sui mezzi navali rischierati nei Porti di Salò, Lazise e Torbole, con un equipaggio pronto a muovere h24 per attività SAR. Questo dispiegamento permette di coprire tutto l’ampio specchio del Garda garantendo così la sicurezza dei bagnanti e il controllo delle norme.
Oltre al parco uomini e mezzi, gioca una parte fondamentale del tutto la sala operativa in funzione a ogni ora. Fresca di un rinnovamento e implementata con strumentazizoni informatiche all’avanguardia, la sala ha il compito di ricevere le allerte (ad esempio le chiamate ai numeri di emergenza 1530 o 112) e coordinare tutte le attività tanto della Guardia Costiera quanto di tutte le altre realtà presenti come i Carabinieri, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco, le Polizie Locali e i volontari.
“L’attività ha come obiettivo quello di vigilare, lungo gli 8.000 km di litorali costieri e sui bacini lacuali del Garda e del Maggiore, per far sì che le Ordinanze di Sicurezza Balneare, i regolamenti e le leggi regionali e nazionali vengano rispettate dai diportisti e dai bagnanti” ha detto il comandante di vascello Marco Nobile, che ha anche riferito di come nel 2021 gli interventi sul Garda siano stati addirittura il 10% del totale nazionale. Un dato che evidenzia ancora di più l’importanza dell’operazione.
Rispetto allo scorso anno c’è una particolare novità. I mezzi del Nucleo passano infatti da 5 a 6 perché da oggi i guardiacoste potranno contare anche sul modernissimo rescuerunner. Si tratta di una particolare moto d’acqua che è stata appositazionemente studiata nel nord Europa per le operazioni di salvataggio, senza la necessità di appendici o accessori aggiuntivi.
La nuova unità è stata presentata dal capitano di fregata Massimo Kothmeir che ha anche mostrato nel pratico le sue capacità. Solo per citarne una, forse la più importante vista anche la problematica della siccità, la capacità di operare su bassi fondali e secche. Di arrivare cioè laddove le normali imbarcazioni di soccorso non possono.
“Nel Lago di Garda il dispositivo operativo, già collaudato nelle trascorse stagioni estive e che seguirà le direttive regionali impartite dalla Direzione Marittima di Venezia, è stato quest’anno riconfermato – ha spiegato il Comandante della Guardia Costiera del Lago di Garda Antonello Ragadale – con l’implementazione di una nuova unità di soccorso appositamente rischierata dal 3° Reparto del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e denominata rescuerunner, che potrà operare anche su bassi fondali e su scogliere affioranti, senza nessuna limitazione, che va ad aggiungersi alle cinque unità navali già in forza alla Guardia Costiera di Salò”.