il segretario provinciale del Pd Michele Zanardi

“Non dobbiamo fare il loro gioco. Non dividiamoci”. È questo l’appello lanciato dal segretario provinciale del Pd Michele Zanardi e dall’omologo cittadino Roberto Cammarata all’indomani di un weekend bollente e al termine di due settimane non certo tranquille.

I due definiscono “sbagliata a inopportuna” la manifestazione di sabato in piazza Vittoria della sinistra estrema. “Non l’abbiamo condivisa – spiegano – perché avrebbe diviso le forze democratiche e perché non essendo autorizzata rischiava, come è avvenuto, di ingenerare ulteriori tensioni di cui si sarebbero avvantaggiati i provocatori di estrema destra”.

Le segreterie locali richiamano quindi al rispetto delle regole, così come fatto già dalla sindaca Laura Castelletti a caldo. A partire da quelle regole Costituzionali e non che vietano echi fascisti.

“Chiediamo a tutti e a tutte – concludono, respingendo le accuse lanciate dai manifestanti di sinistra – nei giorni e nelle settimane a venire, di stare uniti e agire con senso di responsabilità per non dispendere quanto fino a qui costruito”.

La nota del Pd

“I fatti di questi ultimi giorni impongono attenzione e responsabilità. La notizia di questa mattina del professore aggredito l’altra sera in centro città per aver criticato il ventennio fascista aggiunge ulteriore apprensione.

I neofascisti, lo sappiamo, puntano a dividere. La società, la politica, le istituzioni e soprattutto l’ampio fronte antifascista che a Brescia abbiamo saputo costruire con la manifestazione del 20 dicembre.

Non dobbiamo fare il loro gioco.

Per questo ritenevamo e riteniamo sbagliata e inopportuna la forzatura della manifestazione in Piazza Vittoria di sabato. Non l’abbiamo condivisa perché avrebbe diviso le forze democratiche e perché non essendo autorizzata rischiava, come è avvenuto, di ingenerare ulteriori tensioni di cui si sarebbero avvantaggiati i provocatori di estrema destra.

Detto questo, non dobbiamo cadere nel tranello di chi vuole fare, è il caso di dirlo, di tutta l’erba un fascio, utilizzando strumentalmente l’argomento degli opposti estremismi, come già aveva ben ammonito Manlio Milani davanti alla Stele dei Caduti di Piazza delle Loggia il 20 dicembre.

Le regole vanno rispettate da tutti. La prima regola da rispettare è la Costituzione, che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. E poi vanno rispettate le leggi del nostro ordinamento, a partire dalla Legge Mancino del 1993, che vieta ogni organizzazione, movimento o gruppo che propagandi idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, che utilizzi gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista e inciti alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, punendone l’ostentazione di emblemi e simbologie.

Queste regole deve farle rispettare in primis il Governo italiano, sciogliendo immediatamente le organizzazioni che durante tutto il 2024 (dal rituale del “Presente!” di via Acca Laurenzia, fino alle marce di Bologna e Brescia delle scorse settimane) hanno fatto crescere la tensione, addirittura in città che hanno pagato un tragico tributo con le stragi neofasciste della seconda metà del secolo scorso.

In momenti come questi, l’unità delle forze democratiche e antifasciste è un valore da ribadire e non disperdere. Per questo sono da respingere le accuse nei confronti della Sindaca e della Giunta, della CGIL e dell’ANPI, a cui va il nostro pieno sostegno, che hanno dimostrato – insieme al Partito Democratico, alle altre forze politiche e civiche che governano la città e alle numerose realtà della società civile bresciana – come la nostra sia e voglia continuare ad essere una città aperta, inclusiva, democratica e antifascista.

Chiediamo a tutti e a tutte, nei giorni e nelle settimane a venire, di stare uniti e agire con senso di responsabilità per non dispendere quanto fino a qui costruito”.