Un cambio di passo nei rapporti fra Italia e Francia, frutto anche della “piena fiducia” fra Emmanuel Macron e Mario Draghi. Questa mattina l’Eliseo ha annunciato l’arresto di sette persone che risiedevano in Francia, tutti accusati in Italia di atti di terrorismo, mentre altri tre sono in fuga. Un gesto voluto da Macron, spiega la presidenza di Parigi, che ha parlato di un “momento storico”.
Con questa svolta, il presidente francese interviene su un tema spinoso come la Dottrina Mitterand, che dagli anni Ottanta protegge gli ex terroristi italiani di estrema sinistra, a eccezione di coloro che si sono macchiati di crimini di sangue o ne sono stati complici. La lista dei terroristi include i nomi di Roberta Cappelli, Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Sergio Tornaghi e Marina Petrella, tutti ex componenti delle Brigate Rosse, oltre Gorgio Pietrostefano di Lotta Continua e Narciso Manenti dei Nuclei armati contro il potere territoriale. Per applicare l’estradizione, però, bisognerà aspettare tra i due e i tre anni prima che il procedimento giudiziario sia completo. Quella degli ex terroristi è una questione annosa nei rapporti fra Italia e Francia che nessuno dei predecessori di Macron, fra cui Nicolas Sarkozy sposato con la modella e cantante italiana Carla Bruni, aveva mai risolto. Anzi in alcuni casi, le divergenze si erano inasprite, come avvenuto nella vicenda che ha visto protagonista Cesare Battisti, ex membro dei Proletari armati per il comunismo, che ha risieduto proprio a Parigi prima di fuggire in Brasile.
Come ha sottolineato anche la presidenza francese, l’arresto di oggi è frutto di “un lavoro bilaterale molto importante” effettuato dai ministeri della Giustizia di Roma e Parigi, proseguito per diverso tempo. Inizialmente l’Italia aveva una lista di 200 persone ma, come hanno riferito fonti dell’Eliseo, è stata ridotta a dieci. Complici anche i buoni rapporti tra Macron e il presidente del Consiglio, Mario Draghi, basati su una “piena fiducia” reciproca, stando a quanto riferito dall’Eliseo. I due leader hanno avuto una decina di giorni fa un colloquio telefonico durante il quale è stato trattato questo tema, voluto proprio dal capo del governo italiano. Dietro all’arresto dei sette ex terroristi ci sarebbe, quindi, “la maturazione” dei dossier che erano da tempo sul tavolo, ma anche una “relazione franco-italiana che si è fortemente consolidata, sostiene l’Eliseo, parlando di un “clima di fiducia” tra Roma e Parigi. Adesso la questione è ormai chiusa “definitivamente”, ha spiegato l’Eliseo.
Su un eventuale cambio di rotta da parte di Macron, però, la presidenza francese si mostra evasiva, spiegando che è stato semplicemente applicata “la legge” dopo un lungo lavoro congiunto. La scelta di Macron, peraltro, si inserisce nella linea della “dottrina Mitterand”, affermano da Parigi, ricordando che fanno eccezione colori che si sono macchiati di reati “di sangue”. Ma la scelta di arrestare ora gli ex terroristi italiani deve essere vista anche in un’ottica di politica interna. In questo momento il presidente, Emmanuel Macron, sta concentrando l’attenzione sulle politiche securitarie in vista delle prossime elezioni presidenziali del 2022. Una scelta strategica che arriva mentre il Paese è ancora nel mirino di varie minacce terroristiche, come testimoniato dall’ultimo attentato avvenuto la scorsa settimana a Rambouillet, a sud ovest di Parigi, dove una poliziotta è stata uccisa a coltellate da un cittadino tunisino, morto anche lui in seguito a ferite provocate da colpi di arma da fuoco. Un messaggio rivolto ai francesi, quindi, ma anche a Bruxelles, nell’ottica della “costruzione di un’Europa della Giustizia, nella quale la fiducia reciproca deve essere al centro”, ha spiegato l’Eliseo.