La minaccia di un conflitto nucleare è “seria, reale” e non deve essere sottovalutata. Sono le parole più importanti pronunciate dal ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, in una lunga intervista televisiva in cui, implicitamente, sembra lanciare un monito all’Occidente in merito agli sviluppi della guerra in Ucraina.
Il capo della diplomazia russa, d’altronde, ha affermato che Mosca sta tentando in tutti i modi di ridurre il rischio di una guerra nucleare, per esempio colpendo a più riprese “le strutture di stoccaggio nell’Ucraina occidentale”.
“La Nato, in sostanza, è impegnata in una guerra per procura contro la Russia e sta armando questo intermediario”, ha detto Lavrov facendo un chiaro riferimento alle autorità di Kiev. “Guerra significa guerra”, ha aggiunto il ministro russo. Parole non troppo sibilline e che fanno da eco a quanto avvenuto ieri in Transnistria, la regione separatista filorussa situata nell’area orientale della Moldova, dove almeno due esplosioni sono avvenute nella sede del ministero dell’Interno.
Quanto sia avvenuto resta, al momento, poco chiaro: alcune fonti di stampa russe riportano l’utilizzo di “un lanciagranate portatile anticarro” e riferiscono che non ci sarebbero state vittime. Il governo moldavo, in una nota, fa sapere che “l’obiettivo dell’incidente odierno è creare un pretesto per un’escalation nella regione della Transnistria, che non è controllata dalle autorità costituzionali”.
La Transnistria, infatti, è sotto il controllo di un regime separatista pro Cremlino e ospita importanti depositi di armi oltre a circa 1.200 militari russi impiegati ufficialmente in attività di mantenimento della pace.
Guterres a Mosca per vedere Putin, il malumore di Kiev
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si reca oggi a Mosca per tenere dei colloqui con il presidente russo, Vladimir Putin, e il ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Una reazione giudicata da molti tardiva, quella delle Nazioni Uniti, che giunge in concomitanza con l’inizio del terzo mese di conflitto.
Per le autorità di Kiev, tuttavia, la visita è stata giudicata addirittura come inopportuna. Il consigliere presidenziale ucraino, Igor Zhovkva, ha criticato la decisione di Guterres, affermando che “non è una buona idea andare a Mosca”. Zhovkva, parlando ai microfoni dell’emittente televisiva statunitense “Nbc”, ha detto di dubitare che i “colloqui di pace organizzati dal segretario generale dell’Onu porteranno a qualche risultato”.
Parole che hanno di fatto confermato quelle pronunciate dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, secondo cui “la guerra è in Ucraina, non ci sono cadaveri nelle strade di Mosca. Sarebbe logico recarsi prima in Ucraina per vedere la gente lì e le conseguenze dell’occupazione”.
Guterres, prima di arrivare a Mosca, è stato ieri in Turchia dove ha incontrato il presidente, Recep Tayyip Erdogan, che, al momento, è il principale mediatore fra Russia e Ucraina. I due, si legge in una nota delle Nazioni Unite, hanno riaffermato che il loro “obiettivo comune è porre fine alla guerra il prima possibile e creare le condizioni per porre fine alle sofferenze dei civili”.
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