A collegare i miasmi di Vighizzolo e l’epidemia di polmonite e legionella della Bassa ci sarebbe un filo conduttore che per ora non trova risposte. Lascia però rabbia nelle persone che hanno vissuto in prima persona le conseguenze dell’infezione. Come Matteo Borra, 29 anni di Roè Volciano ammalato a inizio settembre e rimasto in coma farmacologico fino al 24 settembre. Durante il coma indotto le caviglie si sono fortemente deteriorate e ora cammina con il supporto di cavigliere e stampelle. Giampiero Pini, 57enne di Carpenedolo, ricoverato al Niguarda di Milano. Nel bagno dell’ufficio postale nel quale è tornato da poco a lavorare sono state trovate tracce di legionella.
Tra le persone colpite dal virus c’è anche chi non ce l’ha fatta come Guglielmina Castelletti, 69 anni di Mezzane. L’autopsia ha confermato che la causa del decesso è stato il virus. I familiari però si aspettavano un cenno su ciò che ha creato questa epidemia, ma le istituzioni, fanno sapere, sono state completamente assenti.