L’incertezza sull’avvio delle lezioni sta facendo sentire i suoi effetti sui consumi direttamente legati al comparto scuola. A fare il punto della situazione sono le federazioni di settore aderenti a Confcommercio che rappresentano le cartolibrerie e le librerie in tutta Italia.
“Ad oggi va a rilento la vendita di materiale scolastico, l’incertezza che aleggia sull’apertura delle scuole e sui modi dello svolgimento delle lezioni non ha portato le famiglie alla corsa all’accaparamento dei kit scolastici. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso registriamo un meno 40 per cento di fatturato – spiega Medardo Montaguti, presidente di Federcartolai Confcommercio – Possiamo dire dopo un monitoraggio fatto tra i nostri associati che la situazione su territorio è a macchia di leopardo. Regioni come Calabria, Sicilia e Sardegna hanno delle perdite significative di vendite di zaini, diari e cancelleria dal 50 al 60 per cento e per testi scolastici si va da 30 al 35 per cento in meno di prenotazioni. In Centro Italia, Toscana, Emilia, e al Nord, Piemonte Veneto, Lombardia e Liguria le perdite sono più contenute, dal 40 al 50 per cento, per il materiale scolastico, invece per i libri scolastici vi è stato un buon recupero anche considerato che molte cartolibrerie si sono convertite a vendere libri usati, causa Covid e minor disponibilità economica. Se non si arriva a diversificare l’offerta nei servizi al cliente, considerando anche la concorrenza della Grande distribuzione, non vi sono alternative alla chiusura. Come federazione prevediamo che avremo entro fine anno un 5 per cento in meno di attività aperte”.
Sul fronte librerie sembra andare un po’ meglio, come afferma Paolo Ambrosini, presidente dell’Associazione librai di Confcommercio.
“In queste settimane abbiamo riscontrato da parte delle famiglie il desiderio di garantire ai figli un avvio dell’anno scolastico ordinato e con tutto il corredo di libri pronto sia nuovi che usati – precisa – Se però da un lato le famiglie sono solerti nell’ordinare ci sembra di riscontrare una maggiore lentezza nel ritiro dei testi pronti, sicuramente per il perdurare del periodo delle ferie, mai così agognate come quest’anno, ma anche forse in parte per i dubbi che alcuni hanno sollevato sul corretto avvio dell’anno scolastico.
E sulle consuete polemiche del ‘caro libri’ Ambrosini aggiunge: “Ricordo che il prezzo lo definisce l’editore e che anche i librai sono vittime che delle politiche commerciali degli editori, invito quindi le associazioni dei consumatori a riflettere sul messaggio negativo che puntualmente ogni anno contribuiscono a far veicolare sul libro e quindi sulla lettura: se la lettura negli ultimi anni è calata lo dobbiamo in parte anche a queste polemiche. Con l’occasione invito le associazioni dei consumatori a sostenere, come Adiconsum, Age, Federcartolai, la nostra proposta di detrazione delle spese per i libri di testo dalle tasse al pari delle spese mediche”.
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