“Almeno un migliaio di persone ha deciso di non accettare i divieti della Questura e l’odiosa equiparazione tra manifestazione antifascista e “aperitivo” fascista. Per quanto ci riguarda è stato un atto di democrazia – quella vera – e di antifascismo, intesi come pratiche reali di partecipazione e non come dichiarazioni retoriche.”
È un passaggio della nota con la quale gli organizzatori della manifestazione non autorizzata di sabato in piazza della Vittoria hanno diffuso nel tardo pomeriggio di ieri.
Magazzino 47, Associazione Diritti per tutti e Collettino Onda studentesca sono tornati sui fatti di sabato attaccando duramente la Sindaca Castelletti, l’assessore alla sicurezza del Comune, Muchetti, Anpi e Cgil definendoli, anche, “uffici stampa della Questura.”
“MESSI SULLO STESSO PIANO FASCISTI E ANTI FASCISTI”
“La sindaca Castelletti e l’assessore Mucchetti dicono che il punto è il rispetto delle regole” – scrivono i promotori della manifestazione di sabato nella nota – “Noi domandiamo: per l’amministrazione comunale di Brescia la prima regola da rispettare non dovrebbe forse essere il dettato costituzionale, che respinge l’equiparazione tra fascismo e antifascismo?
A Brescia, al contrario, – proseguono – è successo che la Questura ha imposto a un aperitivo di poche decine di fascisti di spostarsi da piazza Vittoria a una delle loro sedi e, allo stesso modo, ha tentato di imporre a una manifestazione antifascista di spostarsi da piazza Vittoria in un altro luogo del centro storico. Oltre a mettere sullo stesso piano fascisti e antifascisti, la Questura di Brescia ha deciso di applicare in anticipo le gravi restrizioni alla libertà di manifestare contenute nel ddl “sicurezza” del governo Meloni, che ancora deve essere approvato in Parlamento”.
“Le prescrizioni notificate all’Assemblea permanente antifascista” – scrivono Magazzino 47, Diritti per Tutti e Onda studentesca – “pretendevano di imporre, oltre al luogo di svolgimento della manifestazione, anche il divieto di esporre striscioni o cartelli “contrari all’ordine pubblico e/o oltraggiosi nei confronti delle istituzioni pubbliche o di governo.
L’assessore del Comune di Brescia ed esponente del Partito Democratico Walter Mucchetti parla di “seminatori d’odio e professionisti dello scontro”, ma la realtà è che alcune cittadine e cittadini hanno aperto qualche striscione ed esposto dei cartelli. Per questo sono stati aggrediti, spintonati e manganellati da polizia e carabinieri in assetto antisommossa”.
“Domandiamo all’amministrazione comunale della nostra città: quando l’assessore Mucchetti e la sindaca Castelletti parlano di garantire a tutte le realtà associative di poter manifestare liberamente o di convivenza nelle diversità, si riferiscono a quella tra antifascismo e fascismo?
Per fortuna, la società bresciana è un’altra cosa. Ottant’anni dopo, ricorda di aver resistito ai nazifascisti. Cinquant’anni dopo, ricorda le cadute e i caduti di piazza della Loggia.
La sindaca, se non è in grado di cogliere l’importanza fondamentale e non scontata della tenuta antifascista della società bresciana, sappia almeno che noi e tutte le persone presenti ieri sera e molte di più ci siamo e continueremo a esserci. Piaccia o no alla sindaca e al suo insopportabile paternalismo. Se ne faccia una ragione”.
“Altrimenti, – conclude la nota – ci toccherà di vedere altre puntate dello spettacolo vergognoso andato in scena in questi giorni: la Sindaca, il Segretario della Camera del lavoro e il Presidente provinciale dell’Anpi trasformati in ufficio stampa della Questura, della sua gestione provocatoria, violenta e demenziale dell’ordine pubblico ieri in piazza Vittoria, contro una pacifica manifestazione antifascista.”