È un altro anno non difficile, di più per gli agricoltori bresciani. E l’ovvio riferimento non può che essere al maltempo che con una regolarità quasi improbabile sferza il nostro territorio con vento forte (raffiche fino a 100 chilometri all’ora), nubifragi e grandine anche di grosse dimensioni. Una stima certa dei danni è impossibile in questo momento, ma secondo Confagricoltura siamo nell’ordine delle decine di milioni di euro per problemi alle colture e alle strutture.
Soffermandoci sulle prime, ci sarebbe una forbice dal 30 al 50% di mancata produzione nella stagione in corso. Dalla Bassa ai laghi, dal mais all’uva, i fortunali non hanno risparmiato luoghi o produzioni. Non si tratta però solo di un problema di quantità (che come abbiamo visto c’è), ma anche di qualità.
Ciò che non è finito a terra con il maltempo è stato infatti intaccato nella sua qualità, caratteristica tipica dei prodotti bresciani e quest’anno messa a rischio.
L’associazione di categoria ha avviato il dialogo con Regione Lombardia per far fronte a queste difficoltà. Oltre alla richiesta che venga riconosciuto lo stato di calamità, sono molte le proposte avanzate all’istituzione. Fra queste troviamo ad esempio una maggiore liquidità alle aziende con finanziamenti a fondo perduto o con il credito di funzionamento, una moratoria su mutui e finanziamenti, una semplificazione delle pratiche per la ricostruzione delle strutture danneggiate e una tregua temporanea su incombenze burocratiche e controlli ispettivi.