Tra le zone più colpite dall’ondata di maltempo ci sono due valli: la Valcamonica e la Valle del Caffaro, due realtà che hanno dovuto fare i conti con la forza brutale e incontrastata della natura. Per il ritorno alla normalità serve tempo e denaro al momento assente nelle casse dei comuni colpiti. Per tale ragione i sindaci delle cittadine più danneggiate sono pronte a chiedere lo stato di calamità. In particolare in Valcamonica deve fare i conti con tetti rotti, strade semi percorribili e l’area faunistica del parco dello Stelvio, inaugurata solo un anno fa, devastata per oltre la metà del bosco letteralmente raso al suolo dalla tromba d’aria.
Riaperta la circolazione sul ponte di Niardo invaso dall’acqua mentre a fatica riaperta la viabilità per Paisco rimasto isolato per un giorno al pari di molte località della Valle del Caffaro. Bagolino è rimasta isolata e senza elettricità per la caduta di un traliccio. Impossibile raggiungere la località montana: alberi caduti in mezzo alla strada hanno impedito il transito.
Intere frazioni come Cerreto sono rimaste isolate. Intere porzioni di bosco sono state spazzate via dalla furia del vento mentre la statale 669 è stata riaperta solo nel pomeriggio di ieri. La furia delle intemperie non ha risparmiato le zone delle Pertiche e di Belprato: anche qui i danni sono ingenti e i cittadini in ginocchio.