“Se ti rifiuti di sposare l’uomo che abbiamo scelto per te farete la fine di Sana Cheema”. Una intimidazione mossa da un padre pakistano e dal fratello maggiore nei confronti di una quattro figlie, due maggiorenni e due minorenni. Intimidazioni sfociate anche in percosse e maltrattamenti con le quattro ragazze a dover ricorrere alle cure mediche al pronto soccorso.
Ed è qui che le quattro giovani vittime hanno trovato il coraggio di raccontare la loro assurda vicenda famigliare. E così la Polizia di Stato dopo aver collocato le ragazze in una struttura protetta ha avviato le indagini che hanno permesso di ricostruire e riscontrare le reiterate violenze subite nel tempo dalle vittime, che già in precedenza si erano più volte recate in ospedale per le lesioni subite, ma le avevano addebitate ad incidenti domestici.
Ad indurre le giovani a raccontare la loro drammatica situazione sono state le pressanti richieste rivolte alla maggiore delle sorelle di recarsi in patria per contrarre matrimonio con un connazionale che sarebbe stato scelto dagli stessi genitori. Al rifiuto della figlia, il padre, in più occasioni, ha evocato la vicenda di Sana Cheema uccisa dalla famiglia poiché si era rifiutata di sposare un uomo scelto per lei.
Padre, madre e fratello sono ora accusati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e induzione al matrimonio. Per i tre è stata applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle vittime e per i genitori anche quella della sospensione della responsabilità genitoriale.