Nel Lago di Garda manca un mese e mezzo di pioggia. Partiamo da questa frase ad effetto, che nulla ha forse di tecnico ma ben rende l’idea della situazione. Da qualche giorno a questa parte si è tornati a parlare di allerta siccità, un quadro che la politica ha definito molto simile allo scorso anno con l’aggravente che rispetto al 2022 anche il Benaco oggi ha sete.
Ne abbiamo parlato con Gaetano La Montagna, dirigente tecnico dell’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) che si occupa anche della regolazione del lago più grande d’Italia. E La Montagna non nasconde le criticità, non tanto nel livello del lago quanto nei suoi volumi che pagano mesi di mancate precipitazioni piovose in autunno e nevose in inverno. Questo significa che la riserva d’acqua che è il Garda e che lo scorso anno era disponibile, oggi non c’è.
“In questo momento siamo in una situazione di crisi idrica conclamata per quanto riguarda tutti i bacini alpini e subalpini – spega La Montagna a Èlive – Stiamo registrando qualche afflusso maggiore in entrata nel lago, ma il problema principale in questo momento più che il livello è il volume che è ampiamente al di sotto dei minimi registrati”.
Per provare ad arginare il problema attuale, a metà febbraio l’Aipo ha ridotto al minimo possibile il flusso in uscita agendo sulla diga del Mincio garantendo ovviamente quella che è la portata minima vitale per il fiume.
E noi cosa possiamo fare? Certo, come spesso predicato lo scorso anno sono fondamentali comportamenti parsimoniosi nell’utilizzo di un bene come l’acqua. Però, come affermato da La Montagna, “se mancano gli apporti idro-meteo si può giusto mitigare un problema ormai conclamato”.
Guardando avanti, quindi, cosa ci aspetta? Nessuno ha la sfera di cristallo, forse nemmeno climatologi e meteorologi possono sapere come andrà a medio-lungo termine. “Certamente la tendenza non ci conforta – conclude La Montagna – È possibile aspettarsi ancora un anno che magari possa replicare i dati degli ultimi anni. Quello che ci spaventa non è tanto l’anno caldo in sé, ma la frequenza di questi eventi che sembra essere in aumento”.