La celebre catena statunitense di fast-food McDonald’s venderà tutti i suoi punti vendita in Russia, dove era approdata 32 anni fa dopo il crollo del Muro di Berlino. Lo riferisce il “New York Times” citando un messaggio del direttore esecutivo della multinazionale, Chris Kempczinski, agli affiliati commerciali della società.
“Si tratta di una faccenda complicata che non ha precedenti e che avrà profonde conseguenze. Qualcuno potrà obiettare che la cosa giusta da fare è continuare a garantire accesso ai nostri prodotti e a dare lavoro a decine di migliaia di cittadini ordinari. Ma è impossibile ignorare la crisi umanitaria causata dalla guerra in Ucraina, ed è impossibile immaginare che il nostro marchio rappresenti la stessa speranza e le stesse promesse che ci portarono a entrare nel mercato russo 32 anni fa”, si legge nel testo.
McDonald’s aveva già annunciato a marzo la chiusura temporanea delle sue attività in Russia, così come altre catene come Starbucks, Kfc e Pizza Hut.
L’obiettivo della società è ora quello di vendere tutti i punti vendita a un acquirente locale che non potrà più utilizzare il nome e il logo McDonald’s.
“Assicurare che i nostri impiegati in Russia continuino a essere pagati fino alla conclusione di qualsiasi affare e assicurare che gli stessi trovino impiego con ogni potenziale acquirente resta tra le priorità di McDonald’s”, precisa tuttavia Kempczinski. Tra le conseguenze della decisione, secondo la stessa società, ci sarà la perdita per la Russia di 1,2-1,4 miliardi di dollari in valuta straniera.
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