I camici bianchi tornano ad incrociare le braccia, anche a Brescia come nel resto d’Italia. È il secondo sciopero, dopo quello del 5 dicembre. E nemmeno il dietrofront del Governo, la scorsa notte in Commissione Bilancio sulle pensioni dei medici ha fermato l’agitazione.
In tutta Italia i sindacati stimano che oggi saranno a rischio 25mila interventi chirurgici.
In sciopero, medici, veterinari, anestesisti-rianimatori e specialisti di patologia clinica e dell’area radiologica.
Uno sciopero proclamato da Aaroi-Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Fvm Federazione veterinari e medici e Cisl medici.
Questa mattina alle 11.00 i sindacati saranno in presidio davanti al ministero della Salute a Roma. “La sanità pubblica sta morendo, il Governo deve intervenire con dei segnali nella legge di bilancio. Il nostro non è uno sciopero temerario ma una legittima e doverosa protesta”, hanno sottolineato l’Aaroi-Emac (sindacato degli anestesisti e rianimatori); il Fassid (radiologi, patologi, psicologi del Ssn e farmacie ospedalieri), Fvm-Federazione veterinari e Cisl Medici.
Disagi sono previsti in tutti i servizi ospedalieri e territoriali e nella filiera agro-zootecnica alimentare. “Se la protesta rimarrà inascoltata – assicurano i sindacati – la mobilitazione proseguirà”.
“Lo sciopero è l’estrema ratio a cui ricorrere – spiegano – per reclamare il diritto pubblico alla salute garantito da personale pubblico, dato che il Governo centrale scaccia dal pubblico impiego i professionisti di cui la sanità pubblica ha bisogno, nel silenzio assordante delle Regioni, che per mantenere i loro sistemi sanitari dovendo ricorrere a cooperative e gettonisti vari dovranno aprire voragini nei loro bilanci”.