Mentre le ong attaccano i “lager libici” ed alcuni esponenti della maggioranza votano contro il rifinanziamento delle missioni nel Paese nordafricano, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese vola a Tripoli per consegnare 30 automezzi per il controllo delle frontiere terrestri. Nei colloqui con il premier Fayez al Sarraj e altri esponenti del Governo libico, il Ministro dell’Interno Lamorgese ha rimarcato la volontà dell’Italia di rafforzare la collaborazione con la Libia. Lamorgese ha ribadito “l’esigenza di gestire il controllo delle frontiere e i flussi dell’immigrazione irregolare sempre nel rispetto dei diritti umani e della salvaguardia delle vite in mare e in terra e la necessità di attivare operazioni di evacuazione dei migranti presenti nei centri gestiti dal Governo libico attraverso corridoi umanitari organizzati dalla UE e gestiti dalle agenzie dell’Onu Oim e Unhcr”.
Nei colloqui, informa il Viminale, è stata “condivisa l’esigenza di perfezionare la cooperazione tra le forze di polizia, attraverso progetti di formazione, anche al fine di rafforzare le capacità operative nella lotta contro le reti di trafficanti di migranti e la criminalità transnazionale”. Il ministro Luciana Lamorgese ha confermato quindi la volontà del Governo italiano di consolidare e sviluppare i rapporti e la collaborazione tra i due Paesi, con l’implementazione dei programmi di cooperazione in atto. E’ stato affrontato anche il tema delle fasi preliminari per il ritorno all’attività delle aziende italiane in Libia. Questa missione, secondo quanto riporta SkyTg24, rientra in una serie di incontri chiave mirati a contrastare la preoccupante impennata di arrivi di migranti sulle coste italiane. A luglio ci sono stati 2.800 sbarchi, mentre sono stati quasi 10mila dall’inizio dell’anno. E se da un lato proseguono i colloqui con i paesi nordafricani – prossimamente il Ministro andrà anche a Tunisi – sul fronte europeo si sta lavorando per ottenere un aumento delle risorse stanziate dall’Europa nel quadrante del Mediterraneo centrale per portarle a quota 6 miliardi di euro, come quelle destinate alla Turchia per contenere i flussi migratori.