Mirko Giacomini sul luogo del suo sequestro. Accompagnato dal pubblico ministero Roberta Panico l’operaio di 45 anni di Gavardo è tornato in quel luogo freddo ed angusto dove è stato rinchiuso per quasi 46 ore.
In quel sottotetto della palazzina dove abita Angela Insonni, la ex moglie di Abdelouahed Haida ed ex collega di Mirko Giacomini, sono state verificate alcune situazioni: una tra tutte come mai il sequestrato non sia riuscito a fuggire nonostante in numerosi casi si sia trovato da solo.
Il motivo è stato presto spiegato: in quel sottotetto si può entrare solo da una «botola» che però si apre solo dall’esterno. Il sopralluogo è durato circa un’ora. In quel luogo Mirko Giacomini ha rivissuto il suo dramma nelle mani del sequestratore.
«Siamo arrivati qui di notte, dopo aver camminato nei boschi tra sentieri e scarpate – ha raccontato Giacomini -. Mi ha portato sul retro, ha scavalcato il cancello e poi mi ha aperto. Avevo paura perché mi puntava la pistola, pensavo che se fossi scappato, lui avrebbe sparato».
Un incubo lungo 46 ore ma apparse molte di più. «Non riuscivo ad accorgermi dello scorrere del tempo. Abbiamo dormito qui, al freddo, facevamo i bisogni sul muro.
Ogni tanto lui usciva, andava a riempire una bottiglietta d’acqua, forse nei lavandini di uno spazio comune». La svolta con l’ingresso nell’appartamento della ex moglie e l’arresto dei carabinieri.