No, il deputatore del Garda non s’ha da fare, si potrebbe dire parafrasando il noto passo dei Promessi Sposi di manzoniana memoria. È la risultanza del tavolo tecnico composto dai sindaci dei comuni dell’asta del Chiese e dal quale, come scrive il GazzettinoNuovo, sono emerse le resistenze già note, stavolta suffragate dalle osservazioni fornite dai tecnici nominati dalle amministrazioni comunali di Gavardo e Montichiari e dai comitati ambientalisti partecipanti al tavolo stesso.
Lo studio ha confermato che “non sono state tenute in debita considerazione le criticità territoriali, impiantistiche, economiche e ambientali” della realizzazione del depuratore nei territori incriminati. Le motivazioni relativa all’ambiente muovono dal problema legato alla portata del fiume, “suscettibile – evidenzia il comunicato stampa congiunto – di una grande variazione durante l’anno e che nei mesi estivi, nei pressi di Montichiari, riduce il corso d’acqua a poco più che un rigagnolo” senza dimenticare “la dispersione in falda del fiume nel tratto tra Ponte San Marco e Montichiari”. A tutto ciò si aggiunge che la “soluzione proposta da Acque Bresciane necessita di una stazione di pompaggio per portare i reflui da Salò a Gavardo richiedente un assorbimento di energia con una produzione di oltre 3 mila tonnellate di anidride carbonica dispersa nell’atmosfera”.
Ma non finisce qui perché le osservazioni contro l’ipotesi del depuratore del Garda entrano anche nell’aspetto economico: “La stazione di sollevamento avrebbe un costo di oltre 3 milioni di euro all’anno per il solo assorbimento di energia che Acque Bresciane ha scrupolosamente evitato di inserire nel quadro economico del progetto poiché, nelle sue intenzioni, a pagare saremmo noi cittadini bresciani”. Che fare, pertanto? “Alla luce delle risultanze prodotte – termina il comunicato stampa – riteniamo che il Ministero debba ammettere le carenze del progetto di fattibilità tecnico-economica e riconsiderare da capo l’intera operazione”. La palla passa ora al Governo: nei territori bresciani si confida in un cambio di fronte per tutelare economia e ambiente.