Lo sfogo del premier Mario Draghi nella conferenza stampa di giovedì sulla priorità vaccinale non è passato inosservato e non è nemmeno caduto nel nulla. È stato infatti recepito in un’ordinanza firmata il giorno successivo dal commissario all’emergenza Figliuolo che non ammette interpretazioni: priorità agli over 80 e alle persone fragili.
Nel testo si legge che il provvedimento è stato emanato con la premessa “di dover procedere con la massima celerità a vaccinare coloro i quali risultano più vulnerabili”. Perciò, in linea con le direttive del Piano nazionale, “la vaccinazione
rispetta il seguente ordine di priorità:
- persone di età superiore agli 80 anni;
- persone con elevata fragilità e, ove previsto dalle specifiche indicazioni, dei familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari;
- persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni e, a seguire, di quelle di età compresa tra i 60 e i 69 anni,
utilizzando prevalentemente vaccini Vaxzevria (ex AstraZeneca)”
Parallelamente a queste categorie, si legge, “è completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario, in prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del Covid-19 e di tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private”.
“A seguire – prosegue l’ordinanza – sono vaccinate le altre categorie considerate prioritarie dal Piano nazionale, parallelamente alle fasce anagrafiche secondo l’ordine indicato”.
In ogni caso, chi ha già ricevuto la prima dose di vaccino, potrà terminare il ciclo con l’inoculazione del medesimo siero.