Lo stesso appello era già stato fatto dal presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, Eugenio Massetti, durante il periodo di lockdown. Proprio l’anno scorso, in piena pandemia, quando praticamente tutta italia era in zona rossa e ogni attività era chiusa (eccetto quelle essenziali), il rischio che gli operatori dei servizi alla persona andassero in case private a esercitare il loro lavoro era alto.
La paura dell’abusivismo era alta: barbieri, parrucchieri o estetisti avrebbero potuto andare a tagliare i capelli o a curare il corpo “a domicilio”, con il rischio che si facessero pagare in nero.
Ora – dopo l’introduzione del green pass base (quello che si ottiene con tampone antigenico o molecolare) – c’è lo stesso allarme da parte della Confartigianato provinciale.
“Se è uno strumento che permette di mantenere aperte le attività, ben venga: occorre garantire la sicurezza di clienti e lavoratori e allo stesso tempo permettere che le attività, nel rispetto delle regole, possano restare aperte – ha spiegato il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, Eugenio Massetti – Deve alzarsi l’attenzione verso gli abusivi che possono invece avvantaggiarsi da questa condizione. Sono necessari più controlli contro chi mette a rischio la salute, ma soprattutto fa concorrenza sleale contro le imprese in regola”.
Le altre parole di Eugenio Massetti
“Una misura di sicurezza che, come ci segnalano i nostri associati, non sta creando particolari problemi – ha aggiunto Massetti – Semmai ci richiedono chiarimenti su quali siano le attività coinvolte. L’obbligo di green pass potrebbe essere persino un incentivo per le persone a tornare dal barbiere, per esempio, come si faceva prima del Covid: c’è ancora tanta paura tra i clienti e disinformazione e una misura di sicurezza in più può essere utile”.
“Le nostre imprese continueranno ad applicare con grande senso di responsabilità i rigorosi protocolli igienico-sanitari adottati fin dall’inizio della pandemia, rispondendo alle indicazioni del Governo per evitare la diffusione del virus – ha continuato il presidente di Confindustria Brescia e Lombardia – In particolare, per i servizi alla persona, ma soprattutto all’interno dei saloni e dei centri estetici, è stata sempre garantita la massima sicurezza per operatori e clienti così come la gestione degli appuntamenti, attraverso prenotazioni e sistemi digitali e questa novità ha un impatto relativo”.
“C’è poca chiarezza invece su cosa si intenda “Servizi alla persona”, perché le attività coinvolte, per esempio non sono solo parrucchieri, estetiste, tatuatori e quanti operano nel mondo benessere, ma rientrerebbero di fatto anche toelettature (per animali), lavanderie e pompe funebri e tanto altro”, si legge nella nota di Confartigianato.
La nota conclude ricordando che “dal 1° febbraio il green pass base sarà necessario anche per accedere a pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari e anche alle attività commerciali fatte salve quelle necessarie per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona”.