Si celebra oggi la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid. Ieri è stato infatti approvato all’unanimità dalla commissione Affari costituzionali del Senato, in sede deliberante, il disegno di legge che istituisce la giornata che verrà celebrata ogni anno il 18 marzo. La ricorrenza è stata fissata proprio nella data in cui, esattamente un anno fa, i mezzi militari della Difesa furono impiegati a Bergamo per il trasporto delle bare delle vittime del Covid.
Sobrie celebrazioni, ovviamente senza cittadini, si terranno anche nella nostra città in tre luoghi simbolo: il cimitero Vantiniano, piazza Loggia con le bandiere a mezz’asta sul palazzo comunale e al Civile.
A Bergamo invece, la città lombarda simbolo di quei giorni drammatici, è atteso il presidente del Consiglio, Mario Draghi che deporrà una corona di fiori al Cimitero monumentale, per poi inaugurare il Bosco della memoria. Oggi, per onorare la memoria di tutte le vittime di coronavirus, la presidenza del Consiglio dei ministri ha poi disposto l’esposizione a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici. Da inizio pandemia si contano in Italia 103.001 vittime.
Il presidente della Camera, Roberto Fico, in un videomessaggio per commemorare le vittime ricorda come “ci sono immagini che il nostro Paese non dimenticherà mai e che lo hanno segnato profondamente. Come quelle del 18 marzo dello scorso anno: i camion dell’esercito che a Bergamo trasportavano le bare dei morti verso i luoghi di sepoltura. Una dolorosa sequenza che restituiva in tutta la sua drammaticità la gravità dell’emergenza sanitaria”.
“Quella data – prosegue Fico – è stata scelta per la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid. Oltre centomila persone hanno perso la vita in Italia a causa del virus. Dietro questo numero ci sono le storie di intere famiglie devastate dal dolore per la perdita dei propri affetti, a cui va il nostro pensiero”.
La giornata di oggi, scrive sui social l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, “ci riporta a quei giorni in cui acquistammo tutti la piena consapevolezza che la salute dei nostri cittadini, anche dei più anziani e vulnerabili, sarebbe stato il valore supremo da difendere, la cifra della nostra civiltà. Fu allora che ci persuademmo che i sacrifici personali, grandi o piccoli che sarebbero stati, la solidarietà collettiva, la responsabilità condivisa sarebbero stati i nostri imperativi categorici”.
Conte sottolinea poi come “il ricordo di tante vite spezzate, il dolore per tanti affetti perduti ci deve ora trasmettere la forza per vincere questa sfida. Abbiamo dimostrato di essere una grande comunità nei giorni del dolore. Dimostreremo di esserlo anche nei giorni della speranza e del riscatto. Li attendiamo presto”.