Omicidio Bailo: Manuela due giorni in casa senza vita ad Ospitaletto
Il puzzle del delitto di Manuela Baiolo si arricchisce, giorno dopo giorno, di particolari inquietanti e drammatici. Alla base del delitto commesso da Fabrizio Pasini ci sarebbe un litigio violento con una spinta dalle scale. Il litigio tra i due amanti sarebbe scoppiato la notte di sabato 28 luglio a Ospitaletto, in via Salvador Allende, nella casa della madre di Pasini in quei giorni in Sardegna con i figli del 48enne, raggiunti con la moglie per le vacanze solo pochi giorni dopo, il 2 di agosto. Ed è proprio questo lasso di tempo ad essere finito sotto la lente d’ingrandimento della Procura. Un periodo di cinque giorni nel quale è accaduto tutto: dall’omicidio all’occultamento del cadavere. Secondo il procuratore capo di Brescia, Tommaso Buonanno, il cadavere di Manuela Bailo è rimasto nell’appartamento di via Allende per qualche giorno prima che Fabrizio Pasini lo caricasse in auto e lo portasse nella campagna di Azzanello, in provincia di Cremona, dove lo ha poi nascosto in una vasca interrata e coperta da frasche. La cronistoria del delitto è presto scritta: sabato 28 luglio i due amanti si incontrano in via Milano, a Brescia. Manuela lascia la sua Opel Corsa e sale sull’auto del 48enne in direzione Ospitaletto. Qui, nella casa della madre di Pasini avviene l’omicidio. Alle 21.12, orario del messaggio inviato da Manuela Bailo all’ex fidanzato Matteo Sandri per avvertirlo che resterà fuori per la notte, la 35enne è ancora viva. È lei che scrive, per l’ultima volta poi il silenzio. In quella stessa notte Fabrizio Pasini si recherà al Pronto Soccorso sostenendo di essere caduto nel tappeto e di essersi fatto male alle coste. Dopo le cure l’uomo tornerà a casa dalla moglie. Solo qualche giorno prima Pasini deciderà di disfarsi del cadavere di Manuela ad Azzanello. Mercoledì primo agosto, alle 23, la madre di Manuela Bailo si rivolge ai carabinieri di Nave. La figlia è scomparsa e i messaggi arrivati dal suo cellulare non convincono i destinatari: «Non è lei a scriverli». Si scoprirà che ad inviarli sarebbe stato Fabrizio Pasini. Ad incastralo le cellule telefoniche e le immagini di videosorveglianza. Domenica scorsa, al rientro dalle vacanze, l’arresto davanti a casa ad Ospitaletto tra gli sguardi impietriti di moglie e figli.
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