Mentre le indagini in Messico procedono a rilento, a Brescia il ricordo di Michele Colosio corre veloce più che mai. A quattro giorni dall’agguato a colpi di pistola costato la vita al cooperante 42enne di Borgosatollo da tempo impegnato in missioni umanitarie in Chiapas, la mobilitazione dall’Italia è più forte che mai.
Il funerale è già stato celebrato, la salma cremata ma le ceneri sono state bloccate. Così Mamma Daniela e Claudio, il fratello di Michele, sono in costante contatto con la Farnesina per cercare di sbloccare la situazione e fare chiarezza sulle cause dell’omicidio. La Policia Federal de Mexico non ha ancora fornito versioni ufficiali ma stando a quanto pubblicato dai quotidiani messicani, sarebbero stati recuperati bossoli e ogive della pistola usata per uccidere Michele Colosio.
In più pare che Michele fosse stato più volte minacciato. Cade l’ipotesi della rapina, prende corpo quella dell’agguato. La Procura di Roma intanto ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio. Il procedimento, coordinato dal procuratore Michele Prestipino, è al momento contro ignoti. I giudici chiederanno ai colleghi messicani di visionare il rapporto dell’inchiesta.