Maurizio Piovanelli è convinto che dietro l’omicidio della figlia Desirée avvenuto il 28 settembre 2002 ci sia un mandante. Una persona che all’epoca dei fatti faceva parte di un vasto giro d’affari. Sul caso, riaffiorato negli ultimi mesi è sempre presente l’ombra della pedofilia.
Le ultime tracce di DNA mai analizzato e non appartenente a nessuna persona presente al momento dell’omicidio getta il caso nel mistero più assoluto. C’erano altre persone al momento del delitto. Il padre di Desirée racconta al Giornale di Brescia che la ricostruzione fatta finora non è stata veritiera e ha confidato che a Leno diverse persone hanno fatto un nome, ma l’omertà sembra regni sovrana.
A parlare è stato anche il legale di Giovanni Erra, unico maggiorenne all’epoca dei fatti. “Ci sono state numerose lacune investigative”. Nei prossimi sette giorni verrà ascoltata una persona importante legata al caso ha fatto sapere il legale di Maurizio Piovanelli. Potrebbe essere la svolta decisiva per fare luce su un caso ancora troppo avvolto nel mistero.