“Una complessiva fragilità ma non una oggettiva infermità”. Così, secondo quanto riporta l’Ansa, recita il referto del perito incaricato dal Tribunale di Brescia di analizzare la personalità Raffaella Ragnoli. La donna, 58 anni, il 28 gennaio 2023 aveva ucciso il marito Romano Fagoni nella loro abitazione di Nuvolento. Il tutto davanti al figlio, all’epoca quindicenne.
La perizia conferma quindi che l’imputata era capace di intendere e di volere quando ha colpito l’uomo con un coltello da cucina. Lei stessa poi aveva consegnato quell’arma alle Forze dell’ordine chiamate dall’adolescente, ma aveva anche asserito di aver agito per difendere proprio il figlio che veniva minacciato di morte dal padre. Una circostanza poi smentita dallo stesso giovane.
Per il perito, Raffella Ragnoli, “nei mesi prima dell’omicidio era sottoposta a forte stress”. Una condizione, che lei stessa aveva riferito ai Carabinieri durante la confessione, figlia della difficile situazione con il marito e della gestione in casa della scuocera malata.