Per gli inquirenti sembrano non esserci dubbi: Diva Borin è stata strangolata con un foulard stretto con forza intorno al collo tappando anche naso e bocca. La conferma è arrivata dall’autopsia che, oltre a individuare la frattura di una vertebra, la settima cervicale, ha evidenziato sul volto della donna una serie di macchie compatibili con una forte pressione.
Dalle indagini in corso di svolgimento il delitto sarebbe frutto di aspetti economici. Sarebbe emerso che Diva Borin aveva fatto redigere tre testamenti. Nel primo sarebbe stata nominata erede universale la figlia di un fratello, una donna che vive in Piemonte.
La 86 enne aveva poi cambiato idea decidendo di lasciare tutti i suoi averi a Christian, il nipote. Il venir meno delle attenzioni di Christian avevano portato l’anziana ad avvicinarsi a Salvatore, il dipendente del supermercato vicino a casa che si era trasformato in un badante a tutti gli effetti.
E’ stato lui a trovare il corpo della anziana riverso sul pavimento della sua abitazione. Un rapporto consolidato ad aver portato Diva Borin a nominare il 37 enne come suo nuovo erede universale. La legge non glielo avrebbe però consentito: al nipote spetta infatti una quota.
La 86enne che sul conto corrente avrebbe avuto circa 31 mila euro, aveva stabilito che la metà del valore dell’abitazione sarebbe andata a Salvatore e l’altra metà a Christian.
Avrebbe poi deciso di investire il suo denaro in una polizza vita: 90 mila euro che in caso di morte sarebbero stati divisi tra Salvatore, a cui ne sarebbero spettati 60 mila, e Christian a cui avrebbero dovuto andare gli altri 30 mila.
La polizza sarebbe stata sottoscritta il 21 febbraio con decorrenza 27 febbraio, due giorni prima del delitto.