Omicidio Manuela Bailo: la lite con Pasini per un tatuaggio
Il corpo di Manuela Bailo sarebbe rimasto chiuso in casa della madre di Fabrizio Pasini per 24 ore e non 48. Lo hanno stabilito i medici, lo ha raccontato al proprio legale lo stesso Pasini. Il cadavere della 35 enne di Nave è rimasto per una giornata intera, domenica 29 luglio, sul lettino dei massaggi della cantina della casa della madre. Il giorno seguente, prima di partire per il mare con la moglie dove raggiungerà i figli, Pasini recupera il corpo dopo il lavoro, lo avvolge in sacchi dell’immondizia, lo porta e lo abbandona nelle campagne di Azzanello. L’ultimo gesto di un omicidio tanto crudele quanto efferato di Pasini è inviare un messaggio al cellulare dell’amante ormai morta: “Mi hanno detto che non sei andata al lavoro perché sei malata. Come stai?”. Mentre scrive Pasini ha il cadavere di Manuela nel baule dell’auto. Secondo gli inquirenti Manuela Bailo è viva la notte di sabato 28 luglio. È infatti lei infatti ad accompagnare al Pronto soccorso Fabrizio Pasini che la sera stessa, cadendo in casa inciampando in un tappeto, si procura una forte botta alle costole. I due escono dall’ospedale attorno alle quattro. Tornano ad Ospitaletto. Una volta nell’appartamento di via Allende i due litigano per un tatuaggio ha poi riferito Pasini. L’ipotesi dello screzio per una possibile gravidanza della donna è stata scartata dall’autopsia: Manuela non era incinta. La donna si sarebbe alterata vendendo che l’uomo si era fatto tatuare sul polpaccio le iniziali dei figli. Tempo prima i due avevano deciso di farsi tatuare lo stesso simbolo. Il litigio degenera: Manuela viene strangolata mentre il telefono di Pasini continua a squillare. Le ripetute chiamate sono della moglie. Alle sei del mattino l’uomo torna a casa usando la scusa delle dimissioni dal Pronto soccorso prima di ritornare ad Ospitaletto, occultare il cadavere ad Azzanello e partire per le vacanze.
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