Omicidio Nadia Pulvirenti: il dolore e la rabbia della famiglia
Il suo sorriso nessuno mai potrà cancellarlo ma nemmeno il dolore di una famiglia che chiede giustizia per una figlia massacrata e uccisa senza motivo da 19 coltellate. E’ la famiglia di Nadia Pulvirenti, la giovane ragazza uccisa il 24 gennaio 2017, alla comunità Clarabella di Iseo, dove lavorava come operatrice. Un pomeriggio di ordinaria follia nel quale Nadia fu aggredita e uccisa aggredita da un paziente ospite della struttura, Abderrhaim El Mouckhtari di 54 anni. “Quando una mamma e un papà perdono un figlio – si è sfogata la madre della giovane operatrice uccisa -, è la cosa più atroce che possa capitare. La vita non ha più senso, sembra che tutto si sia fermato a quel giorno”. Mamma Giuseppina e papà Silvino non si danno pace per una ferita aperta e ancora dolorosamente sanguinante. Ai genitori di Nadia sono rimaste le tante lettere delle amiche e la lotta «per ottenere giustizia». Ma anche la convinzione che «qualcosa vada fatto perché tragedie del genere non accadano più». I pensieri di una famiglia distrutta e spezzata dal dolore sono per la pericolosità di un uomo lasciato libero di agire contro una ragazza lasciata sola al suo destino. Qualcosa si poteva fare, ripetono i genitori, con delle avvisaglie avute nei giorni precedenti alla tragedia. Con le lacrime agli occhi ed il cuore gonfio di rabbia e tristezza i genitori di Nadia Pulvirenti non si arrestano all’idea di chiedere giustizia.
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