Paolo Scaroni: riaperto il processo del tifoso massacrato dalla celere
Una ferita ancora aperta, un grido di giustizia sempre invocato e quasi mai ascoltato. Dopo lunghe peripezie giudiziarie la Corte d’appello di Venezia ha disposto la riapertura del processo riguardante il pestaggio di Paolo Scaroni, il tifoso del Brescia massacrato dalla Polizia alla Stazione di verona Porta Nuova il 24 ottobre del 2005. Il perché lo ha sottolineato il Pm Beatrice Zanotti sia il legale così come l’avvocato di parte civile Alessandro Mainardi: in primo grado il collegio non tenne conto delle dichiarazioni del ferito, Paolo Scaroni, e dei due amici che erano in stazione con lui quel drammatico 24 settembre 2005, il giorno di Hellas-Brescia. Il pestaggio fu collocato tra la prima e la seconda carica, «in un momento di relativa calma» mentre al processo celebrato a sette anni dai fatti la vittima e alcuni testimoni affermarono che la situazione era in fermento. I due amici di Paolo riuscirono a salire sul vagone e la carica stava iniziando, lui arrivò dopo di loro e disse «me ne hanno date tante». Furono queste le sue ultime parole prima di crollare ed entrare in coma. All’arrivo in ospedale Paolo Scaroni aveva il cranio sfondato per i colpi inferti con i manganelli sfollagente impugnati al contrario. E così la Seconda sezione ha disposto la riapertura del dibattimento con l’audizione fissata per il 30 ottobre. Sette i poliziotti assolti con la formula della vecchia «insufficienza di prove»: la sentenza pronunciata il 18 gennaio 2013 venne letta in aula davanti a un centinaio di tifosi giunti da molte città in segno di solidarietà. Sale ora l’attesa per la possibilità finalmente di fare giustizia.
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