Il dissenso era già noto, e ora si concretizza con due giorni di sciopero. Il 25 e 26 gennaio i benzinai incroceranno le braccia, un’agitazione nazionale indetta dalle sigle di categoria Faib, Fegica e Figisc/Anisa. Il tutto a seguito delle polemiche per il caro carburanti nato dopo l’eliminazione del taglio delle accise e il conseguente decreto trasparenza che non è andato giù ai gestori.
L’obiettivo, spiegano i promotori dello sciopero, è “ristabilire la verità e porre fine all’ondata di fango scatenata dal Governo contro una intera categoria di lavoratori, solo per cercare di coprire le proprie responsabilità politiche e la scelta di eliminare di colpo il taglio delle accise che ha causato l’aumento dei prezzi dei carburanti”.
Le sigle di categoria promettono inoltre l’avvio “di una campagna di controinformazione sugli impianti”. Lo sciopero riguarderà l’intera rete, quindi strade e autostrade. È stato previsto anche un presidio sotto Montecitorio a Roma. “Il Governo – rincarano la dose – aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui gestori che diventano i destinatari di insulti e improperi degli automobilisti esasperati”.
Nelle scorse settimane l’ipotesi sciopero era rimasta, appunto, solo una possibilità. L’escalation delle ultime ore e l’approvazione del decreto hanno spinto i gestori a procedere con due giorni di chiusura dalle 19 del 24 gennaio alle 7 del 27.