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Normativa taglio code, genetica per le produzioni DOP e soprattutto emergenza Peste Suina Africana: questi i temi principali trattati durante la consulta sunicola che si è riunita in modo straordinario nella sede di Coldiretti Brescia. Un incontro che si è reso necessario anche alla luce dei recenti focolai di Psa nelle province di Pavia e Milano, con le conseguenti misure restrittive.

Secondo la Coldiretti la colpa della diffusione non è degli allevatori, poiché l’animale vettore è il cinghiale e quindi si passa alla proprietà demaniale.

Attualmente nel nord Italia le aree sottoposte a restrizione sono pari a circa 20mila chilometri quadrati. Un’area molto estesa che secondo il vicepresidente Coldiretti Brescia e referente della commissione suinicola di Coldiretti Lombardia Alberto Cavagnini “penalizza fortemente l’attività degli allevatori”.

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Per l’associazione, sta quindi agli organi competenti mettere in campo “tutte quelle misure di indennizzo dirette, indirette e azioni di facilitazioni – conclude Cavagnini – necessarie a sostenere un settore che non ha responsabilità diretta per questa pandemia che rischia di scomparire causando un enorme ad un settore centrale, anche per l’economia zootecnica bresciana”.

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