“Perché faccio arte? Per innescare un dibattito, per relazionarmi agli altri suscitando in loro reazioni e fondamentalmente, perché mi diverte”, queste le parole di Francesco Vezzoli, artista italiano che durante “Cultural Remix”, il talk che si è tenuto al Teatro Auditorium Europa nella sede LABA, è intervenuto parlando con gli studenti presenti per l’inaugurazione del nuovo anno accademico.
La conversazione è stata scandita dalla proiezione di immagini e brevi estratti video. Al termine del talk la parola è poi passata agli studenti (30% in più quelli iscritti quest’anno accademico 2023/2024), che si sono confrontati con lo stesso artista su arte, media, moda, contemporaneità, pop culture e molto altro.
“Più che viaggiare, oggi, a voi giovani suggerisco di leggere e capire cosa succede nel resto del mondo, per poi filtrarlo con la propria etica – ha detto Francesco Vezzoli – Se la mia generazione doveva aggrapparsi a riviste introvabili e interviste impossibili, oggi possiamo essere iper informati in tempo reale. Attraverso i social possiamo fare una mappatura di ‘territorialità culturale’: un procedimento antropologico molto complesso che ci permette di studiare certe dinamiche, certi statement, i gusti di certe persone e poi, eventualmente, scegliere di entrare in contatto con loro. Il digitale ci permette di accedere a infiniti contenuti. Ma rispetto al passato è solo il supporto a essere cambiato, non l’idea che sta dietro. Vediamo su un minischermo ciò che prima vedevamo in tv”.
Chi è Francesco Vezzoli?
Francesco Vezzoli (Brescia, 1971) è un artista italiano tra i più noti a livello internazionale, con all’attivo personali al MAXXI di Roma, Aurora Museum Shanghai, MoMA e Guggenheim di New York, MoCA Los Angeles, Biennale di Venezia e recentemente una grande mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma, oggetto di una puntata del settimanale RAI Mizar. Poliedrica e multimediale, la sua opera abbraccia tutte le discipline oggetto di insegnamento in LABA, dalle arti visive al fashion design, dal cinema alla fotografia, dalla scenografia allo storytelling televisivo, al fenomeno dei social media: un percorso estremamente eclettico, che negli anni lo ha portato a collaborare con grandi star come Lady Gaga, Cate Blanchett, Roman Polanski e Sharon Stone.