La modifica sostanziale del decreto del governo sulla scuola, più risorse per il contratto scuola, lo stralcio di tutte le parti che sono oggetto di contrattazione, soluzione del problema del precariato, nuovo percorso di abilitazione e stabilizzazione del rapporto di lavoro dei precari con 36 mesi di servizio.
Sono queste le richieste avanzate dai segretari generali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams che hanno indetto per oggi, 30 maggio, uno sciopero nazionale del personale della scuola. A Roma, in Piazza Santi Apostoli, è stata poi organizzata anche una manifestazione.
“Oggi siamo con le lavoratrici e i lavoratori della scuola in sciopero per rivendicare il diritto a un contratto con incrementi retributivi adeguati, formazione, progressioni, stabilità per i precari, investimenti seri. No al taglio di 9600 cattedre. Il dl 36 va cambiato”, ha scritto su Twitter il segretario della Cisl, Luigi Sbarra.
Dalla parte del personale scolastico anche la Cgil: “Uno sciopero – ha sottolineato il leader del sindacato Maurizio Landini – per contrastare le norme introdotte nel decreto Pnrr che tradiscono il patto per la scuola e negano il valore della partecipazione, del confronto e della contrattazione, come principali strumenti di valorizzazione e crescita delle professionalità che operano nel sistema di istruzione. È inaccettabile – ha aggiunto – una formazione fatta per pochi, finanziata, peraltro, con i tagli di organico. Come pure sono inaccettabili le assenze di risposte per i precari che ogni giorno garantiscono il diritto allo studio. Domani – conclude il segretario generale della Cgil – le lavoratrici e i lavoratori della scuola saranno in piazza anche per rivendicare, ancora una volta, il diritto a un contratto giusto, per ampliare i diritti e garantire incrementi adeguati, in grado di ridurre la distanza dai salari europei”.