L’emergenza covid è terminata lo scorso 31 marzo. La speranza è di esserci finalmente lasciati alle spalle la pandemia e i suoi momenti più bui quando eravamo chiusi in casa, con la paura del contagio. C’erano tante figure, però, che in quelle settimane sono uscite ogni giorno dalla propria abitazione per aiutare e non possiamo non parlare dell’operato della Protezione Civile.
I volontari della Protezione Civile di Brescia intervenuti nei due anni di covid sono stati circa 255 suddivisi nelle varie realtà associative del territorio.
Fra i servizi svolti ricordiamo ad esempio al distribuzione delle mascherine. Non possiamo scordare il tempo in cui erano introvabili o quasi. Fortunatamente le donazioni da parte di privati sono state numerose. I volontari, in collaborazione con i consigli di quartiere e le associazioni, hanno distribuito le mascherine ai positivi covid isolati, ai punti comunità, alle residenze per anziani, alle comunità religiose o sociali, ai taxisti per i servizi di accompagnamento pazienti dimessi e nei luoghi di grande afflusso di gente (come la stazione ferroviaria) per un totale di 280mila mascherine. A questo numero vanno aggiunte le 190mila mascherine distribuite alle 95mila famiglie bresciane direttamente a casa per un totale, quindi, di 470mila mascherine.
Non solo mascherine però. In quei mesi i volontari hanno anche consegnato 85 bombole di ossigeno e quasi mille tablet agli studenti per la Dad.
Il supporto c’è stato anche con il trasporto, drammatico, delle urne cinerarie delle vittime del covid verso i cimiteri cittadini e con la consegna dei generi alimentari.
Ultimo ma non ultimo è importante anche sottolineare come la Protezione Civile abbia collaborato – ad esempio – con il lavoro nei centri tamponi e negli hub vaccinali con oltre 30mila turni svolti.