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Provincia, 48 ore per “dissequestrare” Moraschini

Potrebbe chiudersi entro le prossime 48-72 ore il “sequestro” del Presidente della Provincia, Moraschini, da parte dei partiti di centro destra sulla distribuzione delle deleghe in Provincia.

Il condizionale è d’obbligo ma i veti incrociati tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia potrebbero sciogliersi nelle prossime ore e portare ad una definizione, in un senso o nell’altro. Ma ci potrebbe anche essere una terza opzione, sicuramente più remota, ma possibile: Moraschini rimanda tutto a “sine die” e non distribuisce le deleghe aspettando che i partiti tornino a più miti consigli.

In sostanza, per chi non si è fatto rapire da questa soap opera che dura da quasi tre mesi, o si va verso uno schema maggioranza-opposizione, con il centro destra che riesce nel braccio di ferro intentato fin dalla sera dei risultati elettorali o si prosegue con la strada delle “larghe intese” con la distribuzione delle deleghe ad esponenti del centro destra e del centro sinistra, probabilmente meno bilanciate del passato ma che abbracciano le due coalizioni”.

TUTTI CONTI SENZA L’OSTE

Non a caso l’abbiamo chiamata una “soap opera” perché i partiti, in Provincia, si stanno comportando esattamente come in un Comune o in Regione, cioè in enti eletti direttamente dai cittadini.

La Provincia, come ente di secondo livello, di fatto esce da queste logiche. Chi conta è il Presidente. È lui che firma tutti i provvedimenti ed è lui l’unico responsabile. Le “deleghe” sono un incarico che di fatto non ha alcun valore istituzionale, non è un assessore che può firmare un provvedimento, è un “delegato” del Presidente e sarà sempre il Presidente a firmare qualsiasi carta bollata.

“Un po’ come fa il liquidatore di una società privata” ha scherzato in qualche occasione Moraschini. Ma questa è la riforma Del Rio che, di fatto, cancellava, liquidava le Province.

Ma soprattutto, il Consiglio Provinciale (a differenza di quello Comunale) non ha nessuna facoltà di sfiduciare o “far cadere” il Presidente che nel caso di Emanuele Moraschini è stato eletto con un accordo “bipartisan” tra centro destra e centro sinistra. E da qui la richiesta del centro sinistra di proseguire secondo gli accordi e secondo anche l’intenzione dello stesso Moraschini ribadita più volte e in più sedi. Anche dopo l’esito elettorale.

Se non bastasse il Presidente non è tenuto o obbligato a distribuire le deleghe. È una prassi “politica” che lo aiuta nello svolgimento dei propri compiti.

Non da ultimo, anche per gli “appetiti elettorali” c’è ben poco da apparecchiare la tavola visto che la Provincia è un ente che non ha “soldi in cassa”, anzi ha debiti da gestire visto che il bilancio segna un “corposo meno”.

E quindi, vien da dire, è un’altra brutta raffigurazione di una politica che cerca “potere” e visibilità. E solo “dopo” vengono gli interessi del territorio. Parecchio dopo.

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