“Considero inopportuno il proposto assalto alla zona industriale di Mariupol, ordino che venga annullato”. Lo ha affermato questa mattina il presidente russo Vladimir Putin in un incontro con il ministro della Difesa Sergej Shoigu.
Le ultime truppe ucraine a difesa di Mariupol si trovano all’interno dell’industria siderurgica Azovstal, dopo che l’esercito russo e le forze della repubblica popolare di Donetsk hanno circondato la città il 7 marzo, assediandola. La città ucraina di Mariupol è stata “liberata” ma militanti nazionalisti sono rimasti all’interno dell’impianto siderurgico Azovstal, ha dichiarato il ministro della Difesa russo.
“Mariupol è stata liberata dalle forze armate russe e dalla milizia della repubblica popolare di Donetsk”, ha annunciato Shoigu, aggiungendo che i nazionalisti hanno creato una “solida area fortificata” nella città. A suo dire Mariupol è diventata “la capitale del battaglione nazionalista Azov”. Inoltre secondo Shoigu, nell’acciaieria Azovstal sono rimasti circa 2 mila militanti nazionalisti ucraini e sono stati schierati grandi sistemi di artiglieria e sistemi missilistici Tochka-U, la cui portata effettiva può raggiungere le città russe di Taganrog e Rostov sul Don. “Serviranno circa tre o quattro giorni per eliminarli”, ha aggiunto il ministro.
I negoziati
L’Ucraina è pronta ad avviare uno speciale ciclo di negoziati con la Russia, per trovare un accordo che consenta l’evacuazione dei militari e dei civili ucraini asserragliati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol. Ad annunciarlo il consigliere del capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Mykhaylo Podolyak, precisando che Kiev è pronta a discutere “senza alcuna condizione” e in qualsiasi formato, anche “uno a uno”. “Per salvare i nostri ragazzi, i combattenti del reggimento Azov, militari, civili, bambini, vivi e feriti. Tutti”, ha aggiunto Podolyak. A Mariupol gli scontri continuano principalmente nell’area dell’impianto Azovstal, dove è asserragliata una parte significativa del reggimento Azov – cui fa riferimento lo stesso Podolyak – rimasto a difendere la città dall’assedio russo.
Alla proposta di negoziati del lato ucraino, tuttavia, giungono come risposta i toni bellicosi del leader ceceno Ramzan Kadyrov che sul suo canale Telegram ha affermato che le forze russe neutralizzeranno oggi l’ultima resistenza opposta dal Reggimento Azov e dai militari ucraini rifugiati nell’acciaieria di Mariupol. “Prima o dopo l’ora di pranzo (di oggi) l’impianto Azovstal sarà sotto il pieno controllo delle forze della Federazione Russa”, ha scritto Kadyrov sul proprio profilo Twitter. La conquista dell’acciaieria segnerebbe la caduta definitiva di Mariupol sotto il controllo russo.
“La grande offensiva nel Donbass non è ancora iniziata”
La grande offensiva dell’esercito russo nell’Ucraina orientale non è ancora iniziata, secondo quanto affermato ieri sera dal segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina, Oleksiy Danilov. Secondo il funzionario i combattimenti iniziati il 19 aprile su tutta la linea del fronte orientale, nelle regioni di Donetsk, Luhansk e Kharkiv, sono stati un tentativo delle truppe russe di saggiare le capacità di difesa ucraine. “L’inizio della cosiddetta grande offensiva è questione di tempo”, ha osservato Danilov. Il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa ha anche messo in guardia contro le previsioni che l’imminente battaglia per il Donbass possa essere quella decisiva. “Questa battaglia non è, come detto in precedenza, l’ultima e quella decisiva. Questa è una delle battaglie che proseguono nel nostro Paese dal 2014”, ha sottolineato Danilov.
Tuttavia, secondo quanto riferisce questa mattina l’intelligence militare britannica, le forze russe stanno avanzando in diversi punti del Donbass verso Kramatorsk, città che continua a essere obiettivo di attacchi missilistici. L’attività aerea russa resta elevata, nel tentativo di fornire supporto aereo all’offensiva nell’Ucraina orientale e di sopprimere e distruggere le capacità di difesa aerea ucraine, si legge nel rapporto. “Probabilmente la Russia desidera ottenere successi significativi prima delle celebrazioni annuali della Giornata della Vittoria del 9 maggio. Ciò potrebbe influire sulla rapidità e la forza con cui tenteranno di condurre le loro operazioni prima di questa data”, si legge nel rapporto.
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