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Quanto dovremo attendere, ancora, per la raccolta “porta a porta”?

Fra calotte rotte, inciviltà conclamata e multe inutili possiamo dire che, forse, è il momento di cambiare sistema?
La colpa del Comune di Brescia e di Aprica è fino a pagina 2. È evidente. L’inciviltà di molti, troppi bresciani, è talmente radicata che sperare di invertire la rotta sembra essere una battaglia persa. Quanto ci costa la continua rincorsa degli operatori ecologici a raccogliere i rifiuti abbandonati e a ripulire? E la gestione dei cassonetti, i guasti alle calotte?

Multe, foto trappole davanti ai cassonetti costate una cifra abnorme tra acquisto e, soprattutto, gestione e “pattugliamenti” hanno dato risultati risibili e, inutili, a risolvere il problema dell’abbandono fuori cassonetto.

LA DOMANDA. PERCHÈ PROSEGUIRE SU QUESTA STRADA FALLIMENTARE?

Difficile non trovarsi d’accordo su un punto: la guerra contro il “fuori cassonetto” non la si vince. Impossibile. Semmai si possono vincere delle battaglie. Ma sarà sempre una rincorsa.

E allora perché la Giunta Castelletti non prende il toro per le corna e passa alla “raccolta porta a porta” per tutti i rifiuti? Lo fanno Cremona, Bergamo, da oltre 20 anni, ed è un servizio attivo in molti comuni della provincia.
Perché insistere sui cassonetti? Ovunque ci sono, sia con apertura con tessera o senza, l’abbandono dei rifiuti davanti al cassonetto sembra uno sport popolare del calcio.

Non sarebbe più bella una città senza cassonetti per le strade, soprattutto del centro storico?
La tua Città Europea… senza cassonetti

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