La scelta del centrodestra di puntare per il Quirinale su Elisabetta Casellati ottiene 382 voti. L’ennesima fumata nera, dunque, visto che la maggioranza assoluta per essere eletti è fissata a quota 505. Non vengono neppure raggiunti e superati i 400 consensi, ritenuti da autorevoli esponenti sempre del centrodestra la soglia psicologica minima per provare a rilanciare al sesto scrutinio la candidatura dell’attuale presidente del Senato.
Mancano, dunque, all’appello oltre 70 grandi elettori del centrodestra. Non a caso, subito dopo la proclamazione del risultato da parte del presidente della Camera, Roberto Fico, fonti della Lega si affrettavano a precisare che tutti ” i 208 voti” del Carroccio erano “andati compatti” alla seconda carica dello Stato, mentre il coordinatore nazionale di Italia viva, Ettore Rosato, scriveva senza mezzi termini su Twitter che “il fallimento del tentativo di Casellati impone di chiudere subito su un nome diverso”.
Manovre in corso, dunque, nel centrodestra e non solo, con contatti tra i leader e riunioni, per arrivare ad un’intesa su una personalità quanto più possibile condivisa. E se le forze politiche di centro sarebbero al lavoro per proporre la candidatura al Colle di Pier Ferdinando Casini, l’altro nome che circola è sempre quello del capo del governo, Mario Draghi, con sullo sfondo l’ipotesi di un Mattarella bis: 46 i consensi ottenuti dal presidente della Repubblica uscente in occasione della quinta votazione.
Quattrocentosei gli astenuti, frutto in larga parte della formula “presente non votante”, adottata da Movimento cinque stelle, Partito democratico e Liberi e uguali come risposta alla candidatura di Casellati. Italia viva, dal canto suo, non ha partecipato al voto. Appuntamento, dunque, più tardi, alle 17, dopo la sanificazione dell’emiciclo di Montecitorio, per il sesto scrutinio. Se dovesse esserci un’altra fumata nera, sono previste altre due votazioni domani, alle 9:30 ed alle 16:30, secondo quanto disposto dalla riunione della conferenza dei capigruppo congiunta di Senato e Camera.
MELONI – Fratelli d’Italia, “anche alla quinta votazione, si conferma come partito granitico e leale. Anche la Lega tiene. Non così per altri. C’è chi in questa elezione, dall’inizio ha apertamente lavorato per impedire la storica elezione di un presidente di centrodestra. Le decine di milioni di italiani che credono in noi non meritano di essere trattati così. Occorre prenderne atto, e ne parlerò con Matteo Salvini, per sapere cosa ne pensa”. Lo scrive in una nota il presidente di Fd’I, Giorgia Meloni.
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