“Annuncio la decisione di rimettere le deleghe di vicepresidente e di assessore al Welfare di Regione Lombardia”. Con queste parole, affidate a una nota, si conclude il lavoro di Letizia Moratti nella giunta regionale Lombardia. Uno scossone nell’istituzione di Palazzo Lombardia che però non si può definire un fulmine a ciel sereno.
“Un forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell’azione di questa Amministrazione, che a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi – la motivazione dichiarata dall’ormai ex Vice Presidente, un’accusa diretta alla giunta guitada da Attilio Fontana – Una scelta di chiarezza di cui mi faccio pienamente carico, anche in considerazione dei provvedimenti contraddittori assunti in materia di lotta alla pandemia”.
Moratti parla di “un venir meno del rapporto di fiducia con il Presidente Attilio Fontana”. Malumori che poco più di un mese fa aveva esternato anche Fontana stesso.
“Registro con preoccupazione la scelta di anticipare il reintegro dei medici e degli altri professionisti della sanità non vaccinati, il condono sulle multe ai no vax e la diversa sensibilità sull’importanza dei vaccini” prosegue Moratti, che aggiunge di come abbia voluto attendere l’esito elettorale e la formazione del nuovo Governo prima di fare il passo indietro.
“Credo che se oggi il Paese è in sicurezza per quanto riguarda il covid, lo dobbiamo senza alcun dubbio all’adesione massiccia alla campagna vaccinale dei mesi scorsi – prosegue – Che è riuscita grazie allo straordinario senso di responsabilità civica dei cittadini lombardi, così come all’enorme impegno di medici, infermieri, militari, protezione civile e volontari, protagonisti di un processo che ha portato la Lombardia ad essere tra le prime aree al mondo per adesione e copertura. Un successo di cui essere fieri e che ora viene messo in discussione da provvedimenti che non condivido”.
Moratti infine garantisce la sua disponibilità per un passaggio di consegne ordinato, con la volontà che quanto fatto in questi mesi possa proseguire: ad esempio le Case di comunità e la riduzione delle liste di attesa.