La richiesta di revisione sulla strage di Erba “è inammissibile” sotto un duplice profilo: “dalla mancanza di novità e della inidoneità a ribaltare il giudizio di penale responsabilità delle prove di cui è chiesta l’ammissione”. Questo è solo uno dei passaggi delle motivazioni, come riferito dall’Adnkronos, con cui i giudici della corte d’Appello di Brescia hanno di fatto messo fine alla storia giudiziaria della strage dell’11 dicembre 2006.
“La solidità dell’impianto probatorio e soprattutto l’assenza del carattere di novità della maggior parte delle prove” non lasciano dubbi ai giudici che lo scorso luglio hanno dichiarato inammissibile la richiesta di Olindo Romano e Rosa Bazzi di riaprire il processo. Nelle quasi 90 pagine di motivazioni, la corte risponde – punto su punto – alle osservazioni del pool difensivo, guidato dall’avvocato Fabio Schembri.
Fra i tanti temi trattati nelle carte, i giudici definiscono “fantasiosa” l’ipotesi di un ipotetico “accanimento degli inquirenti nei confronti di Romano e Bazzi, già escluso con dovizia di argomenti dalle sentenze di merito e smentito dalla pluralità delle piste seguite nell’immediatezza dell’eccidio”.
Per i giudici della Corte bresciana inoltre, Frigerio era lucido e quindi la sua testimonianza è da ritenersi valida. In particolare le sue dichiarazioni rilasciate in aula al tempo del primo grado di giudizio. Le motivazioni fanno anche riferimento alle varie inchieste tv, stroncandole e definendole “non prove”.