È stata letta ieri 18 gennaio, in un tribunale di Milano,. La sentenza che prevede 52 condanne e 5 assoluzioni iper la vicenda nota alle cronache come “Rimborsopoli”.
Le condanne sono tutte rivolte ad ex assessori ed ex consiglieri (tra cui figurano anche 7 amministratori pubblici bresciani) con pene che oscillano tra 1 anno e 5 mesi e 4 anni e 8 mesi anche se quelle superiori a 2 anni sono attualmente sospese.
Tra i condannati figurano anche Renzo Bossi, figlio di Umberto condannato per 2 anni e 5 mesi e Nicole Minetti con 1 anno e 8 mesi.
Due le voci sopra le altre di questa vicenda: la prima quella dell’avvocato difensore di 6 imputati della Lega, Domenico Aurelio, che ha dichiarato “le sentenze si rispettano, ma annuncio che faremo ricorso. Le norme sui rimborsi sono scritte male e non è possibile che per le medesime contestazioni vengano decretate condanne in alcuni casi ed assoluzioni o peggio archiviazioni per altri”.
La seconda, invece, quella del pm Paolo filippini che, pur riconoscendo le attenuanti per aver reso il denaro in maniera più o meno volontaria, durante il processo ha parlato di “incoerenza nelle spese” facendo notare che “i banchetti serali con più persone e gli incontri serali sono tutte esigenze di partito” e dunque non istituzionali.
Ora i legali attendono le motivazioni della sentenza per poter procedere con gli appelli.