Sono arrivati i dati dei primi test sierologici eseguiti in Lombardia e la conclusione a cui giunge l’assessore Giulio Gallera è che la gran parte dei lombardi non è immune al virus.
“Sono 17.278 i test sierologici sui soggetti sottoposti a quarantena fiduciaria domiciliare effettuati dal 23 aprile scorso in alcune ATS della Lombardia – ha dichiarato Gallera – Dall’analisi dei primi esiti, effettuata dal professor Fausto Baldanti del San Matteo di Pavia, sembra emergere che sono stati messi in quarantena molti più soggetti di quanti non siano entrati realmente in contatto con il virus. Le misure di contenimento messe in atto dalla Regione dunque sono state efficaci perché hanno permesso di proteggere, tempestivamente e indipendentemente dal tampone, i contatti stretti di coloro che avevano contratto la malattia”.
A Brescia di 617 persone in quarantena, 272 sono risultate positive (il 44,1%). Degli 8.093 operatori sanitari testato è risultato positivo l’11,2% (903 persone), 7.102 sono i negativi e 88 i casi dubbi.
“Come immaginavamo dall’analisi di questi dati preliminari – ha detto il professor Baldanti dell’IRCCS San Matteo di Pavia – sembra che la circolazione del virus sia stata maggiore nella zona di Bergamo (Alzano e Nembro), mentre a Brescia, Cremona, Crema, Lodi e Codogno è stata meno intensa. È possibile che il dato di contagio degli operatori sanitari rifletta il tasso di circolazione del virus in Lombardia. Quindi occorre, se sarà confermato l’andamento di queste analisi, la ripartenza dovrà tener conto che la maggior parte dei cittadini è potenzialmente suscettibile e si rende quindi necessaria la massima prudenza in vista della ripartenza”.
La conclusione di Gallera, quindi, è quella di proseguire nella fase due con l’utilizzo dei dispositivi di protezione personale e sempre mantenendo il distanziamento sociale.