La fuga in avanti del leader leghista ad Adro ha spiazzato tutti, dentro e fuori la Lega. Non certo nei contenuti, Rolfi di fatto era indicato come il candidato sindaco del centrodestra per la corsa alla Loggia nel 2023, quanto nei tempi: l’annuncio era previsto per settembre.
E, invece, appena salito sul paco della Festa di Adro, Matteo Salvini ha sganciato la bomba prendendo in contropiede anche gli stessi alleati che ancora qualche “virgola” stavano cercando di sistemarla prima di un via libera ufficiale.
Carte, dunque, sparigliate e dal 10 luglio, l’assessore regionale all’agricoltura è ufficialmente l’uomo del centro destra che dovrà riconquistare Palazzo Loggia.
Tutto si può dire tranne che sia, da parte di Salvini, un’improvvisazione o una leggerezza. Anzi. Potrebbe piuttosto trattarsi di un’abile manovra per placare qualche mal di pancia all’interno della coalizione o per svicolare un eventuale impasse visto l’accrescere dei consensi di Fratelli d’Italia.
Senza nemmeno troppi giri di parole il partito di Giorgia Meloni qualche “avviso ai naviganti leghisti” lo manda da mesi ma, complice anche un commissariamento di fatto in atto della segretaria bresciana di Fratelli d’Italia reali risposte hanno latitato fino ad oggi. E la fuga in avanti del leader leghista potrebbe aver di fatto messo Fratelli d’Italia davanti al fatto compiuto chiudendo la partita del candidato.
Chiaro che ora, quella dell’eventuale vice sindaco diventa una “poltrona per due” : FdI, difficilmente sarà disposta a rinunciarvi in caso di vittoria, e Forza Italia, il centro, senza il quale difficile pensare di arrivare a Palazzo Loggia, altrettanto.
Giochi aperti, anzi scoperti potremmo dire. Perchè aperti lo erano già da qualche mese, tanto nel centro destra quanto nel centro sinistra, quest’ultimo alle prese con la difficilissima eredità di Emilio Del Bono.
Il nome a settembre – ripetono come un mantra nel Pd -. Serve tempo per comporre un puzzle intricato e complesso