I primi posti letto di Scala 4, ribattezzata Scala 4.0, sono pronti e i primi pazienti verranno ricoverati nella nuova struttura dalla prossima settimana.
A regime i letti a disposizione saranno 170, oggi riservati ai pazienti Covid. Ognuno ha apparecchiature e sensori ai letti che permettono un monitoraggio e controllo in un’unica centrale di elaborazione. Questo consente al personale sanitario di poter ricevere i parametri del paziente in tempo reale in tutti i reparti dell’ospedale senza dover spostare né i pazienti, né i medici. Di fatto sarà possibile “vedere” un paziente sia dalla terapia intensiva che dalla radiologia,limitando le occasioni di contatto.
L’utilizzo poi di sensori collegati in wifi con i monitor, consente il monitoraggio anche dei pazienti in grado di muoversi all’interno del reparto, funzione molto utile per i pazienti cardiologici o neurologici ricoverati in Scala 4.0.
Anche la diagnostica, ecografi e radiografi, sfruttano la stessa tecnologia trasmettendo le immagini direttamente agli specialisti che possono rimanere all’interno dei propri reparti.
Questa integrazione è possibile grazie alla tecnologia e grazie alla prossimità di Scala 4.0 con tutti gli altri reparti dell’ospedale.
La tecnologia 4.0 facilita poi la riconversione dei reparti ad altre destinazioni d’uso e tutte le apparecchiature di questo tipo potranno essere utilizzate per pazienti non Covid.
“Brescia e la sua ASST – ha sottolineato Massimo Lombardo, Direttore Generale degli Spedali Civili – durante la prima ondata pandemica hanno dovuto sopportare una pressione fortissima e oggi – pur mantenendo attivi reparti fondamentali come l’oncologia, i trapianti, la cardio chirurgia e tutte le funzionalità per la gestione di pazienti che non devono essere procrastinati – si dota di un complesso rinominato Scala 4.0 per dare un segnale forte di innovazione applicata al mondo sanitario”.
Scala 4.0 non costerà all’amministrazione sanitaria nemmeno un euro grazie alle donazioni raccolte dalla Fondazione Spedali Civili sul territorio e da una donazione di Intesa Sanpaolo che ha reso possibile la fornitura di tutte le apparecchiature del reparto.