I sindacati della scuola, i cinque sindacati da tempo uniti, non hanno cambiato idea. “A 45 giorni dalla ripartenza dell’attività scolastica la situazione è disastrosa”. Lo dice Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil, che dettaglia: “La colpa è dei ritardi con cui siamo partiti e che continuiamo ad accumulare. Oggi i dirigenti scolastici sono alla caccia disperata di spazi, ma se non ci sarà organico aggiuntivo tornerà la didattica a distanza. Con sette docenti in più per ogni istituto non ci sono le condizioni per ripartire. Sappiamo che ci sono 1,4 miliardi certi e un miliardo probabile, ma per aprire la scuola a settembre servono ulteriori investimenti e un organico straordinario”.
La ministra Lucia Azzolina ha detto, e continua a ripetere, che ha chiesto al ministero delle Finanze 78 mila docenti a tempo indeterminato in più. Ha spiegato, ieri, che a inizio agosto ci sarà una risposta del Mef. “La ministra mente e sa di mentire”, dice Maddalena Gissi, segretaria Cisl scuola. “I settantottomila insegnanti in più non ci sono e lei lo sa. Anche se il ministro Roberto Gualtieri dovesse accordare l’assegnazione, nelle graduatorie mancano docenti di molte discipline e dei cicli scolastici superiori. La ministra Azzolina aveva la possibilità di assumere insegnanti subito attraverso un concorso per titoli e servizio, si è opposta cocciutamente e adesso siamo in dirittura d’arrivo al primo settembre con duecentomila supplenti necessari e la possibilità che non si riescano a nominare. La ministra continua a fare passerelle, soprattutto provvedimenti passerella, ma le passerelle crollano”.
L’anno scorso l’allora ministro dell’Istruzione Marco Bussetti chiese, sempre al Mef, 57 mila docenti, ne furono autorizzati 53 mila, ma alla fine assunti soltanto 25 mila. Il problema è che oggi le graduatorie scolastiche sono contemporaneamente piene e vuote. Piene al Sud e dimagrite al Nord. Piene nelle materie umanistiche, svuotate in quelle scientifiche.
Pino Turi, segretario Uil scuola, avanza un altro problema: un milione di domande in cartaceo per le graduatorie di istituto devono essere trasformate in richieste in digitale. “La ministra assicura che lo farà in due settimane, noi abbiamo forti dubbi e questi dubbi li hanno anche i funzionari del ministero. C’è la possibilità che, quando si dovranno scegliere i duecentomila contratti per le supplenze del 2020-2021, non si abbia una graduatoria aggiornata da cui attingere”. Oggi, dice Turi, la scuola è assolutamente la stessa di quella lasciata a giugno. “Ai ritardi di aprile e di maggio, la Azzolina sta aggiungendo quelli estivi. La ministra è una padrona di casa che, mentre la casa brucia, chiama l’arredatore per sistemare i banchi. La scuola sta bruciando e i dirigenti scolastici hanno le lacrime agli occhi. Noi sindacati vogliamo aprire, davvero, un tavolo di concertazione”.
Per Elvira Serafini, Snals, “la ministra vive su Marte, la scuola non è quella del Mulino bianco”. E Rino Di Meglio, Gilda degli insegnanti: “Tre settimane fa la Azzolina ha dichiarato che ogni istituto possiede il suo cruscotto per calcolare gli spazi, ieri in tv la ministra ha fatto un appello ai presidi affinché segnalino gli spazi necessari. È un continuo avanti e indietro. Il ritardo è spaventoso e lo scaricabarile su scuole ed enti locali intollerabile. I nostri dirigenti scolastici non saranno corresponsabili di questa ripartenza, non firmeranno nulla. Oneri e onori spettano al ministero”.