Selca: lo smaltimento dei rifiuti non sarà del curatore fallimentare
Ad inquinare non è stato il curatore fallimentare. Questa la ragione per la quale il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar che aveva diffidato Giacomo Ducoli, il curatore del fallimento della Selca, a provvedere alla messa insicurezza dell’area dello stabilimento di Forno Allione in qualità di responsabile per il superamento delle concentrazioni di ferro e floruri nelle acque di falda. Di fatto le45 tonnellate di rifiuti che da anni incombono su Berzo Demo, se saranno rimosse, saranno rimosse a spese del contribuente. La decisione del Consiglio di Stato risale ad una decina di giorni fa sostenendo che il curatore fallimentare è subentrato alla fase produttiva dell’azienda e non ha continuato l’attività di impresa. Quanto all’obbligo di rimozione delle 45mila tonnellate di scarti di fonderia, il Consiglio di Stato ha sfoderato il principio del «chi inquina paga». La sentenza, indirettamente, predispone che la montagna di rifiuti resterà a Berzo Demo ancora per molto tempo. Non ci sono impianti in Italia autorizzati al loro trattamento e per portarli in uno stabilimento in grado e autorizzato a farlo occorrerebbero 10 milioni di euro. Contro la sentenza e contro la scelta eventuale di far pagare il danno alla comunità è sceso in campo il sindaco di Berzo Demo Gianbattista Bernardi.
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