Un’indagine partita nel 2017 e coclusasi nelle scorse ore. Intercettazioni ambientali, analisi dei tabulati telefonici, pedinamenti e perquisizioni hanno permesso di bloccare una vera e propria organizzazione che aveva il suo vertice in un imprenditore residente nel bresciano. L’accusa è di “trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ed emissione di fatture per operazioni inesistenti” con l’aggravante di averlo fatto a favore di organizzazioni mafiose, nello specifico ‘ndrangheta.
Una ventina le persone coivolte nell’operazione della Procura di Brescia denominata “Scarface”, con sequestri che fra ville, altri immobili, società, automobili,conti correnti e contanti ha portato al sequestro di 25 milioni di euro.
L’organizzazione si occupava anche di ripulire il denaro sporco che successivamente finiva nelle tasche del capo, ma anche in quelle di esponenti di spicco della ‘ndrina Barbaro–Papalia di Buccinasco.
Fra i vari ritrovamenti dei Carabinieri anche una pistola semiautomatica non registrata nell’abitazione di uno dei membri, mentre nella villa di Erbusco del capo i militari hanno scoperto un caveau segreto nascosto dietro uno specchio che poteva essere aperto solo con un segnale inviato dal cellulare dell’uomo. All’interno sono stati recuperati altri 20mila euro subito sequestrati.