È stata di fondamentale importanza l’udienza avvenuta giovedi per quanto riguarda il caso di Souad Alloumi. La donna, è stata vista per l’ultima volta proprio li, nel suo monolocale. Di quest’ultimo è avvenuto il sopralluogo, sono entrati giudici, avvocati, pm e familiari della povera 29enne marocchina scomparsa a giugno dell’anno scorso.
Secondo l’accusa, è stata uccisa proprio nell’appartamento, da suo marito da cui viveva separata. Adbelmjid El Biti, l’imputato accusato di averla messa in un borsone e di averla trascinata fino all’auto per poi occultare il corpo in un luogo che non si è mai scoperto, la pensa diversamente. Secondo la difesa Souad sarebbe infatti scappata.
Nell’udienza, due sono i fattori che acquistano grande importanza. È stata ascoltata la figlia maggiore della coppia, un’interrogatorio delicato e fondamentale. La piccola ha dichiarato di non voler più rivedere il padre, perchè è stato lui a fare del male alla mamma.
Secondo fattore, la deposizione di una donna che gestisce il bar Le Rose in Via Milano. Questo locale ricopre una grande importanza nella vicenda. Una telecamera, posta sul retro, oltre a riprendere l’ingresso posteriore del bar, inquadra anche la palazzina.
È stato dimostrato però, che di fatto c’è un cono d’ombra che gioca a vantaggio di El Biti. La telecamera non riesce a coprire l’intera corte sul retro, quindi ci potrebbe essere anche la possibilità che Souad sia fuggita. L’accusa resta comunque convinta delle immagini riportate dallo strumento, ovvero dell’uomo inquadrato con un sacco al di fuori del portoncino della palazzina.
L’ultima parola, spetta alla Corte.