Calcio a porte aperte? È ancora presto per parlarne. Ma non così presto: nei prossimi giorni, magari già nella prossima assemblea di Lega o nel Consiglio Federale dell’8 giugno, verrà proposto il tema della riapertura parziale degli stadi. Il protocollo che attualmente regola il periodo delle competizioni dispone ingressi contingentati e riservati solo ed esclusivamente agli addetti ai lavori. Ma in futuro potrà essere aggiornato con norme meno stringenti in base all’evoluzione generale dell’emergenza sanitaria. Il principio che anima il punto di vista delle società è: se il governo concederà di accomodarsi al cinema o in teatro, a maggior ragione potrà essere più permissivo riguardo la possibilità di assistere a un evento sportivo all’aria aperta. Ovviamente nel rispetto del distanziamento sociale e di quelle che saranno le normative generali date al paese.
Nell’assemblea di Lega di venerdì scorso Andrea Agnelli aveva accennato alla questione: oltre che da presidente bianconeri, da numero uno Eca. In molti paesi europei esiste già un ordinamento che regola l’accesso allo stadio dei tifosi. L’a.d. del Sassuolo Carnevali è il primo a riprendere la questione e a Radio Rai conferma: ”I tifosi sono la parte più importante per una società di calcio, giocare senza ci dispiace ma in questo momento siamo costretti. Penso però che sia un problema che dobbiamo affrontare velocemente, ragionare su una parziale riapertura degli stadi rispettando le regole del distanziamento. Dobbiamo pensarci, non possiamo sempre arrivare in ritardo: serve programmazione, managerialità e buon senso, ma non la paura”. Il passo eventualmente successivo, secondo quanto si legge da La Gazzetta dello Sport, sarebbe pensare a chi potrebbe entrare allo stadio: gli abbonati avrebbero la priorità, gli altri fortunati spettatori potrebbero essere “sorteggiati”. Solo idee. Per adesso.